La diretta in streaming della seconda escursione di Luca Parmitano all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale, insieme a Chris Cassidy, è visibile a questo link. La telecamera sul casco di Luca è identificata dal numero 17; quella sul casco di Chris dal numero 20. La tuta di Chris ha delle bande rosse, mentre quella di Luca è interamente bianca. Buona visione.
Fra l'altro, se vi siete mai chiesti come si fa a lavarsi i capelli nello spazio in assenza di peso, ecco due spiegazioni: quella della chiomatissima Karen Nyberg (la manovratrice del braccio robotico che ha portato Luca) e quella un po' personale del meno capelluto Luca Parmitano.
Aggiornamento: Luca ha acqua nel casco, rientro d'urgenza
La passeggiata è stata interrotta dopo circa 92 minuti a causa di un accumulo anomalo di acqua all'interno del casco di Luca, nella zona della nuca (circa un litro, secondo le prime stime). L'astronauta italiano ha provato a risolvere il problema bevendone un po', ma non è bastato. L'acqua gli stava riducendo la visuale e l'udito e continuava ad aumentare. In assenza di peso, oltretutto, l'acqua fluttuava dentro il casco, col rischio di essere inalata e di accumularsi sugli occhi. Non occorre soffrire di claustrofobia per capire la serietà della situazione.
A titolo prudenziale, Luca e Chris sono rientrati piuttosto rapidamente, ma senza scomporsi, nella Stazione Spaziale e si sono tolti le tute con l'aiuto dei loro colleghi. Luca sta bene, si è asciugato e ripulito. Una prima sintesi degli eventi è su Spaceflightnow in inglese. Un'altra, in italiano, è su Astronautinews.
La causa dell'accumulo non è ancora nota ma si sospetta un difetto della sacca piena d'acqua usata dagli astronauti per bere durante l'escursione. L'altra possibile fonte d'acqua è il sistema di raffreddamento, che è costituito da una fitta rete di tubicini pieni appunto d'acqua iodata, incorporati in una sotto-tuta aderente con una porzione che si estende dentro il casco, ma è un'ipotesi meno probabile, anche se Luca ha detto che l'acqua che ha bevuto aveva un sapore strano.
Ecco intanto qualche immagine del rientro d'urgenza di Luca e Chris.
Aggiornamento (18:00)
Qui c'è un breve comunicato sulla situazione da parte dell'ESA: nulla di nuovo oltre a quello che si sapeva fin qui. Stando ai dati raccolti dagli utenti di NasaSpaceFlight.com, la dinamica degli eventi è stata in sintesi questa: Luca ha segnalato un eccesso d'acqua dentro il casco, sulla nuca, e pochi minuti dopo ha segnalato che l'acqua era in aumento. Chris ha ispezionato visivamente il casco, indicando che l'acqua era circa 800 ml. Luca ha sospettato un problema al circuito refrigerante e su consiglio di Chris ha ridotto il flusso in questo circuito. Poi Chris ha ipotizzato una perdita della sacca d'acqua da bere (foto qui sotto) e ha chiesto a Luca di bersela tutta.
Luca con la sacca d'acqua durante l'addestramento a terra. Credit: Lee Hutchinson (link) |
Dalle parole di Luca sembra che si possa inoltre escludere un'altra possibile fonte d'acqua: l'urina. Luca ha fatto capire di non aver urinato nell'apposito dispositivo di cui è dotata la tuta.
La BBC ha pubblicato una sintesi in video sottotitolata della fase in cui Luca e Chris discutono del problema e il Controllo Missione decide di interrompere la passeggiata spaziale.
Questa è una mia cattura veloce del video del rientro (senza audio):
Aggiornamento (23:30)
Immagine di @geekeconomist |
Luca aveva anche un sensore di CO2 difettoso prima di rilevare l'acqua nel casco: il difetto probabilmente dovuto all'acqua stessa. In totale nel casco e nella tuta, ma soprattutto nel casco, si era accumulato circa un litro o un litro e mezzo d'acqua.
Da dove può provenire tutta quell'acqua? Il conto è presto fatto: la sacca d'acqua da bere tiene 32 once (1 litro); il sistema della tuta refrigerante tiene 1 gallone (3,8 litri). L'origine dell'acqua è formalmente tuttora ignota, ma la deduzione è abbastanza logica. La tuta era la stessa usata per la passeggiata spaziale precedente; ce ne sono almeno altre due di riserva a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (più quelle russe).
Fra i rischi che forse molti non immaginano c'è il fatto che il casco è spalmato internamente di un liquido antiappannante, che è irritante per gli occhi. Mescolandosi all'acqua e finendo negli occhi avrebbe causato un bruciore che Luca non avrebbe potuto alleviare; oltretutto l'acqua, in assenza di peso, si accumula in globuli che aderiscono al volto.
Il sapore strano dell'acqua segnalato da Luca non è conferma che l'acqua proveniva dal sistema di refrigerazione, perché anche l'antiappannante, se si mescola con l'acqua, ha un sapore strano.
Alla domanda se sarebbe stato effettivamente possibile un annegamento o strozzamento, i relatori della NASA hanno risposto di sì; ma non c'era rischio di folgorazione perché i componenti elettrici della tuta vicini al corpo sono a tensione e amperaggio molto bassi. Gli stessi relatori hanno fatto i complimenti a Luca per la sua calma e professionalità nel gestire il problema.
Davvero ci vuole così tanto tempo per rientrare in emergenza? No: il rientro di oggi non è stato il più veloce possibile. Esistono procedure ancora più celeri, ma si usano solo se c'è pericolo serio per la vita di un astronauta.
Aggiornamento (2013/07/17)
È disponibile il video dell'attività extraveicolare dal momento in cui Luca riferisce del problema fino al rientro. L'ordine di interrompere l'attività è intorno a 12:45; l'apertura della cabina stagna è a 44:45 circa.
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