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2017/07/08

Buran: gli Shuttle sovietici ripresi di nascosto

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una anche voi per incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2017/07/11 1:05.

Il ricordo degli Space Shuttle, gli aerei ipersonici orbitali usati dalla NASA per trent’anni per portare gli astronauti nello spazio, cominicia forse ad affievolirsi ora che non volano più. Ancora più tenue, quindi, è il ricordo del fatto che anche i russi avevano un veicolo analogo: la Buran, una copia quasi identica dello Shuttle statunitense, realizzata rubando o copiando i dettagli pubblici del progetto e adattandoli alla tecnologia sovietica. In estrema sintesi, l’Unione Sovietica non aveva bisogno di uno Shuttle, ma siccome gli americani ne stavano fabbricando uno (e dalla forma era chiaro agli esperti che era concepito anche per scopi militari), il governo russo decise di fare altrettanto, migliorando per molti versi il progetto statunitense.

Ma a differenza degli Shuttle americani, che divennero il pilastro portante delle missioni americane, il crollo dell’Unione Sovietica pose fine al costoso progetto Buran dopo il primo volo, effettuato senza equipaggio il 15 novembre 1988. Quel volo, fra l’altro, stabilì il primato per il primo rientro automatico dall’orbita di un aereorazzo riutilizzabile. I sovietici tornarono alle ben più modeste Soyuz tuttora in uso.

[qui c’erano due video, ma sono stati rimossi dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo]


Gli altri esemplari della flotta degli Shuttle sovietici furono abbandonati, incompleti, e due di essi sono tuttora custoditi, in condizioni pessime, in un enorme hangar del vastissimo cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Un altro esemplare, usato per le prove di planata, ha avuto una sorte migliore e dopo parecchie vicissitudini è oggi custodito con cura al Technik Museum Speyer, in Germania.

Qualche tempo fa avevano fatto il giro del mondo alcune foto di questi cimeli lasciati ad ammuffire, ma c’è chi ha fatto di più: si è introdotto nell’hangar e ha effettuato di nascosto delle riprese video che per gli appassionati di tecnologia spaziale sono una vera chicca storica. È una vergogna che questi gioielli vengano lasciati a rovinarsi in queste condizioni. Buona visione.

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