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2017/07/05

Ci vediamo domani sera a Gubbio per parlare di alieni?

Domani sera sarò ospite di Gubbio Scienza 2017 per un caffè scientifico intitolato “C’è vita nell’universo? Mah, un po’ il sabato sera...”, per parlare di ricerca scientifica della vita extraterrestre insieme alla professoressa Nadia Balucani.

L’appuntamento è per giovedi 6 luglio alle 21 in piazza Giordano Bruno, ma date un’occhiata anche al resto del programma della manifestazione, ricco di interventi ed eventi interessanti. Fra l’altro, Gubbio è legata a doppio filo alla vita extraterrestre e alla necessità di un programma spaziale, visto che è lì che è stata trovata la conferma geologica di un grande impatto asteroidale che ha probabilmente portato all’estinzione i dinosauri.

Come consueto, porterò con me qualche copia cartacea del mio libro sui complottismi lunari.

Visto che a fine mese iniziano le consegne delle auto elettriche Tesla Model 3 come quella che ho prenotato un anno fa e che mi dovrebbe arrivare entro fine 2018, ho provato a pianificare il viaggio dal Maniero Digitale (Lugano) a Gubbio come se lo dovessi fare con quest’auto, che ha 350 km di autonomia stimata nel modello base:

– partenza da casa con il “pieno”;
– tappa per ricarica a Modena dopo 255 km al Supercharger dell'Hotel Baia del Re (con relativo pranzo mentre l’auto ricarica e fa il “pieno” per una quarantina di minuti),
– tappa per ricarica al Supercharger di Fano dopo 206 km (mezz’ora per un buon caffè, rispondere a qualche mail e sgranchirsi le gambe)
–  arrivo a Gubbio dopo 77 km, con autonomia sufficiente a tornare a Fano per il viaggio di ritorno.

Rispetto al viaggio che ho fatto realmente (in auto a benzina) ci sarebbe stata soltanto una sosta leggermente più lunga a Fano e la strada percorsa sarebbe stata la stessa: anche se l’auto a benzina sarebbe stata in grado di fare il viaggio senza soste in termini di autonomia, abbiamo comunque dovuto fare due soste per mangiare e sgranchirci.

L’importanza di una rete di ricarica veloce e capillare e di una buona autonomia è insomma fondamentale per il successo delle auto elettriche, che in queste condizioni possono sostituire quelle tradizionali con un minimo adattamento delle abitudini di viaggio anche su percorsi lunghi.

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