Arriva OpenOffice.org 3.0
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E' già scaricabile dai siti mirror la versione 3.0 di OpenOffice.org, il pacchetto gratuito e libero alternativo a Microsoft Office che usa il formato OpenDocument, che è uno standard ISO, a garanzia della libertà di fruizione dei documenti.
OpenOffice.org è disponibile per Windows, Linux, Mac e Solaris, ed è quindi un valido strumento per predisporsi alla migrazione da un sistema operativo all'altro o per non rendersi dipendenti da uno specifico sistema operativo.
La novità più ghiotta per gli utenti Apple è che OpenOffice.org 3.0, oltre ad avere una lunga serie di migliorie e di aggiornamenti, è finalmente disponibile in versione nativa (per Mac Intel): ossia si scarica e s'installa esattamente come una qualsiasi applicazione Mac, senza dover ricorrere ad accrocchi come l'uso di X11.
OOo 3.0 per Mac è decisamente veloce, ma ha ancora delle magagne serie con la gestione dei font, che invece NeoOffice (altra variante o porting di OOo specializzata per Mac), pur essendo più lento, non ha: la prima che ho notato, e che lo rende per me quasi inutilizzabile, è la gestione dei font. Non sembra avere problemi con i font standard del Mac, ma un documento scritto per esempio in Myriad Apple s'incasina completamente.
Questa è una pagina di un libro che ho scritto di recente (Zerobubbole pocket) in formato OpenDocument, come la visualizza (correttamente) NeoOffice:
E questa è la stessa pagina come la visualizza OpenOffice 3.0 Aqua per Mac:
Come potete notare, specialmente se ingrandite le immagini cliccandovi sopra, i font sono completamente sballati e spaginano completamente il testo (il logo Creative Commons è stato spinto avanti alla pagina successiva). La cosa assurda è che OOo 3.0 indica che le parole hanno effettivamente il font Myriad Apple, ma ne visualizza uno del tutto differente: se poi seleziono il testo e riapplico il font, me lo visualizza correttamente.
Di certo non ho intenzione di mettermi a riselezionare il testo a blocchettini e riapplicare i font. Questo è quel che in gergo si chiama uno showstopper: un difetto talmente grande che appena compare, lo spettacolo finisce e non può più andare avanti. Per cui non ha senso che io prosegua la recensione.
Aggiungo solo che il fatto che OOo 3.0 non abbia implementato il multitouch per lo zoom, a differenza di NeoOffice, è invece per me un bonus, perché ho il vizio di tenere la mano sinistra vicina al touchpad mentre scrivo. Così ogni tanto, mentre faccio scorrere il testo di un documento, NeoOffice mi cambia lo zoom a capocchia, perché interpreta l'appoggio di due dita (un dito della mano sinistra, uno della destra) che si allontanano o si avvicinano come una richiesta di zoom. La funzione, fra l'altro, non mi risulta essere disattivabile. In OOo 3.0, non c'è: si trascina un cursore nell'angolo inferiore destro della finestra dell'applicazione.
E' una buona cosa che OpenOffice continui a progredire, ma io per il momento rimango a NeoOffice sul Mac. L'importante è utilizzare il più possibile, in un modo o nell'altro, formati aperti come OpenDocument.
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