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2010/01/18

Ecosia.org, il motore di ricerca che “salva la foresta pluviale”

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "daniele-a****" e "giovannifan****". L'articolo è stato ampiamente aggiornato dopo la pubblicazione iniziale del 2010/01/18. Ultimo aggiornamento: 2020/01/02 17:40.

Per chi ha fretta: Ecosia, al suo debutto nel 2010, era in una situazione poco chiara. Attualmente (2020) è probabilmente affidabile, con alcune cautele e precisazioni che trovate nel resto dell’articolo.

In dettaglio: Sarà che ne ho viste troppe, sarà che l'età mi rende scettico, sarà che quando qualcuno propone un modo troppo facile per fare del bene ("Dai un'occhiata e inoltra questa email agli amici. Essere ecologisti non è mai stato così facile...") mi ronza subito il bufalometro, ma c'è qualcosa nella proposta di Ecosia.org che per ora non mi quadra. Mi farebbe molto piacere poterla confermare come autentica, ma per ora [2010] non ho elementi sufficienti a chiarire con certezza la situazione [2018/02/20: leggete gli aggiornamenti in fondo all'articolo].

Di conseguenza, rispondo alle vostre richieste pubblicando qui quello che ho trovato fino a questo punto e chiedendo il vostro aiuto per risolvere il caso. Ho già contattato l'addetto stampa italiano di Ecosia per avere chiarimenti [2010/01/22: li trovate in fondo all'articolo].

Ecosia.org si dichiara un motore di ricerca "ecologico", come spiegano il video e le recensioni comparse nei media (Sole 24 Ore, Eweek). Lanciato il 7 dicembre 2009, dichiara di finanziare con l'80% dei propri ricavi un progetto di protezione della foresta pluviale nel Juruena National Park in Amazzonia. Funziona così: ogni volta che un utente effettua una ricerca tramite Ecosia.org e clicca sui link sponsorizzati, vengono "salvati" mediamente due metri quadrati di foresta pluviale. Inoltre Ecosia dichiara di usare energia pulita per le proprie attività, a differenza dei concorrenti (in particolare Google).

Ecosia dichiara di essere partner di Bing (Microsoft) e Yahoo ("Abbiamo stretto una partnership con il WWF, Bing e Yahoo per far funzionare il nostro motore di ricerca"), ma non ho trovato alcun accenno a questa collaborazione nel blog ufficiale di Bing o in quello di Yahoo [2010/01/22: Ecosia ha risposto a questa mia perplessità, come riportato più sotto].

Se ne parla invece nel sito del WWF, per esempio qui (link aggiornato), ma le informazioni risalgono a prima del lancio di Ecosia. Alcuni utenti manifestano perplessità nei commenti alla versione inglese dell'articolo del WWF.

Aggiornamento 2010/01/21: la versione inglese dell'articolo a cui mi riferisco è stata rimossa e sostituita da una che non parla più di Ecosia e non contiene commenti; quella che ho visto io, con i commenti, è ancora presente nella cache di Google ed è mostrata qui sotto, cliccabile per ingrandirla.






Nelle FAQ di Ecosia viene detto che "Ecosia è registrata ufficialmente come società" e specificamente che il fondatore è "Christian Kroll (26 anni) e ha base a Wittenberg (Germania)". Un'altra pagina del sito indica come indirizzo della società "Berliner Chaussee 50 - 06886 Wittenberg - Germany". Tuttavia le mie ricerche nell'Handelsregister e nell'Unternehmensregister (registri delle società) non trovano nessuna società di nome Ecosia [2010/01/22: Ecosia ha risposto a questa mia perplessità, come riportato più sotto].

Nelle Pagine Gialle tedesche non c'è nessuna voce "Ecosia" (ma va detto che non è obbligatorio registrarsi). Nelle Pagine Bianche tedesche non c'è un Christian Kroll a quell'indirizzo di Wittenberg, ma c'è un Jürgen Kroll: parente?

Il nome di dominio Ecosia.org è registrato a nome di Christian Kroll all'indirizzo della società, secondo una consultazione di whois. Il profilo pubblico di Kroll è decisamente scarno, ma cita un progetto analogo precedente di Kroll, Forestle.org, che dichiara di aver "salvato piu di 3,618,700.3 m² di foresta!". Un'area equivalente a meno di Central Park a New York, secondo i dati del sito stesso.

Il progetto Forestle.org si appoggiava inizialmente a Google (era in pratica un semplice Custom Search che prometteva di dirigere i propri proventi a progetti ecologici, come descritto qui), ma dopo quattro giorni di attività Google terminò i rapporti con Forestle per una disputa su presunti "incentivi a cliccare artificialmente sui link sponsorizzati". Come raccontano per esempio Ars Technica e The Inquirer, Forestle ribatté di non aver fatto nulla del genere e invitò gli utenti a cliccare su Znout.com, un sito che non prometteva donazioni ecologiche. In seguito Forestle ha adottato Yahoo come partner.

Eweek segnala la vena polemica di Ecosia nei confronti di Google, accusata di essere grande consumatrice d'energia, e verifica alcuni dei dati dichiarati nel video promozionale del motore di ricerca "ecologico". Viene subito un dubbio: se l'accusa di Ecosia è valida per Google, perché non lo è per Bing e Yahoo?

Inoltre la precisazione "i nostri server sono alimentati a energia verde" pare piuttosto ingannevole, perché non sono i server di Ecosia a fare le ricerche, ma quelli di Bing e Yahoo. Ecosia è soltanto una facciata: il vero lavoro di ricerca lo fanno i suoi grandi partner. Come sono alimentati i server di Bing e Yahoo?

C'è poi il testo della mail che Ecosia invita gli utenti ad inviare a tutti i propri contatti e-mail: "Di recente ho iniziato a utilizzare un motore di ricerca che salva 2 m² di foresta pluviale ogni ricerca effettuata. I risultati di ricerca sono buoni come quelli di Google o Yahoo ed è gratuito". È sbagliato su due livelli.

Il primo è che non è vero che Ecosia salva due metri quadrati di foresta per ogni ricerca effettuata: il meccanismo di introiti che consente di salvarli scatta soltanto se l'utente clicca sui link sponsorizzati, non quando l'utente effettua una ricerca. C'è una bella differenza.

Il secondo è che è sbagliato dire che i risultati delle ricerche di Ecosia sono "buoni come quelli di Google o Yahoo". Questo dà l'impressione che Ecosia abbia dei propri server di ricerca. In realtà i risultati non sono buoni come quelli di Google o Yahoo: sono proprio quelli di Yahoo (e Bing).

Insomma, per ora la situazione non è molto chiara: ci sono troppe carenze informative e troppe espressioni ingannevoli. Se qualcuno scopre dettagli ulteriori, me li segnali via mail o nei commenti.


2010/01/21


Il 18 gennaio ho inviato alcune domande via mail al Country Manager italiano di Ecosia, che mi ha risposto il giorno successivo.

Ho chiesto se esiste un comunicato stampa di Bing o Yahoo che annuncia la partnership: la risposta è che né Bing né Yahoo hanno pubblicato un comunicato stampa sul lancio di Ecosia, ma posso accertarmi della veridicità della partnership contattando degli indirizzi di Microsoft e di DDC (la società che gestisce le partnership di Yahoo).

Ho chiesto come mai non trovo la registrazione ufficiale di Ecosia come società: la risposta è che Ecosia è una società di persone di proprietà di un privato, Christian Kroll, e per questo non si trova nell'Handelsregister.

In effetti una GbR (Gesellschaft bürgerlichen Rechts) come quella di Kroll, una sorta di ditta individuale, non ha l'obbligo di registrarsi nell'Handelsregister, stando ad Angloinfo.com.

Sono in contatto via mail con Christian Kroll e gli ho girato altre domande riguardanti la poca chiarezza delle dichiarazioni presenti sul sito di Ecosia. Pubblicherò qui le sue risposte non appena le ricevo.


2010/01/22


Christian Kroll, fondatore di Ecosia, mi ha risposto via mail. Ecco le mie domande (in sintesi e in grassetto) e le sue risposte (in corsivo), che ho tradotto dall'inglese nel quale ci siamo scambiati i messaggi.

La vostra home page dice che ogni ricerca web gratuita salva circa 2 metri quadrati di foresta pluviale. Tuttavia le vostre FAQ dicono che guadagnate sui click sui link sponsorizzati, visualizzati accanto ai risultati di ricerca generici, e che ciascun click su quei link sponsorizzati genera qualche centesimo di ricavi. La prima dichiarazione dà chiaramente l'impressione che ciascuna ricerca gratuita salvi una porzione di foresta pluviale; la seconda invece dice che solo i click sui link sponsorizzati vi danno soldi per salvare la foresta pluviale. Gli utenti potrebbero credere di contribuire al vostro progetto semplicemente effettuando ricerche tramite la vostra home page. Invece, se ho capito bene, contribuiscono soltanto se effettuano una ricerca e cliccano su un link sponsorizzato. Correggimi se sbaglio, ma non credi che questa differenza importante vada chiarita in home page?

È esatto che guadagniamo soltanto dai click sui link sponsorizzati. Ma non possiamo pubblicizzare questo fatto, perché porterebbe a cliccate artificiose sulle pubblicità da parte dei nostri utenti, che danneggerebbero le società che fanno inserzioni su Ecosia. Vogliamo che i nostri utenti usino Ecosia come userebbero qualunque altro motore di ricerca e che clicchino sulle inserzioni solo se sono veramente interessati ad esse. Comunque gli utenti salvano circa 2 metri quadrati di foresta pluviale per ogni ricerca che effettuano. Grazie ai click sui link sponsorizzati, guadagniamo circa 0,0013 EUR per ricerca, sufficienti a salvare 2 metri quadrati di foresta pluviale. Questo è un valore facile da capire ed è per questo che abbiamo deciso di pubblicizzare questi 2 metri quadrati.

Quindi la formulazione corretta è che ogni ricerca gratuita salva mediamente 2 metri quadrati se c'è una certa percentuale di utenti che clicca sui link sponsorizzati, altrimenti niente da fare. Il dubbio è comunque risolto, anche se una dicitura più precisa lascerebbe meno spazio alle ambiguità.


Le vostre FAQ definiscono Ecosia un "motore di ricerca". Ma Ecosia non è un motore di ricerca: non svolge delle ricerche proprie. È semplicemente una pagina iniziale che porta ai motori di ricerca di Bing e Yahoo. Non credi che questo andrebbe chiarito?

Lascio a te valutare se vuoi definire Ecosia un motore di ricerca o meno. Ma se decidi di non definirci motore di ricerca, allora dovrai ridefinire molti altri servizi di ricerca, come Lycos, Altavista, Dogpile, ecc. Per me Ecosia è chiaramente un motore di ricerca. Adesso stiamo lavorando all'assemblaggio di varie API (per esempio Bing) per includerle nella nostra pagina di risultati di ricerca. A quel punto vedrai una differenza notevole fra Yahoo ed Ecosia.

In effetti oggi anche Lycos, Altavista e Dogpile sono basati su altri motori di ricerca: non hanno indici propri e non hanno grandi server farm proprie. Ma resta il fatto che Ecosia non ha propri server, e questo è importante per la domanda successiva.


Le vostre FAQ dicono inoltre che Ecosia è il motore di ricerca più verde anche perché i vostri server usano elettricità verde. Ma le ricerche vengono svolte sui server di Bing e Yahoo, non sui vostri. I vostri server non fanno altro che trasferire il lavoro alle grandissime server farm di Bing e Yahoo, che non usano elettricità verde. La quantità di energia elettrica usata dai vostri server è presumibilmente trascurabile rispetto alle grandi quantità utilizzate da Bing e Yahoo. Pertanto, non crede che la vostra dichiarazione sia ingannevole? Quanti server avete in concreto presso Ecosia?

Hai certamente ragione, nel senso che anche Bing e Yahoo emettono CO2. Stiamo attualmente rivedendo i contenuti del nostro sito per rendere più chiaro questo fatto. Resta in ascolto. Comunque siamo chiaramente il motore di ricerca più verde, soprattutto per via della protezione della foresta pluviale e non per via dei server ecologici. Ho allegato alla mail un documento separato sui motori di ricerca e sulle emissioni di CO2 che contiene più informazioni in merito. Tieni presente che è stato scritto a dicembre e principalmente per uso interno.

Chiaro. Aspettiamo la riformulazione dei contenuti del sito.


Voi invitate gli utenti ad inviare il seguente messaggio: "Di recente ho iniziato a utilizzare un motore di ricerca che salva 2 m² di foresta pluviale ogni ricerca effettuata." Se ho ben capito, questo non è vero. La foresta pluviale viene salvata solo se la ricerca viene seguita da un click su un link sponsorizzato. Non sarebbe il caso di chiarirlo?

L'affermazione è vera. Salviamo davvero 2 metri quadrati di foresta pluviale per ricerca. Controlla la nostra pagina di statistiche www.Ecosia.org/statistics.php per avere un valore in tempo reale della quantità di foresta pluviale salvata in media per ogni ricerca.


Il vostro messaggio dice anche che "I risultati di ricerca sono buoni come quelli di Google o Yahoo ed è gratuito." Questo dà l'impressione che Ecosia sia un motore di ricerca che effettua le proprie ricerche. Questo non è vero. Inoltre i risultati non sono "buoni come" quelli di Yahoo: sono proprio i risultati di Yahoo. Non ritieni che quest'affermazione sia ingannevole e vada chiarita?

[Kroll non ha risposto a questa domanda, per cui gliel'ho sottoposta di nuovo]

Kroll ha inoltre risposto spontaneamente a questo paragrafo del mio articolo: Nelle Pagine Gialle tedesche non c'è nessuna voce "Ecosia" (ma va detto che non è obbligatorio registrarsi). Nelle Pagine Bianche tedesche non c'è un Christian Kroll a quell'indirizzo di Wittenberg, ma c'è un Jürgen Kroll: parente?

La mia società (Christian Kroll Internet Services GbR) è registrata presso il mio indirizzo di nascita, perché non ne ho un altro permanente. Amo viaggiare e raramente passo più di un anno nella stessa città. Così ho deciso di usare questo indirizzo per la mia attività. Sono inoltre legalmente registrato presso questo indirizzo, ma non volevo che fosse pubblicato nella guida telefonica tedesca. Ecco perché ci trovi soltanto mio padre.


2018/02/20


Visto che i commenti indicano un ritorno d’interesse intorno ad Ecosia, ho ripreso in mano questa indagine di otto anni fa per fare il punto aggiornato della situazione.

Da quei primi passi del 2010, Ecosia.org è cambiata moltissimo, soprattutto in termini di trasparenza. Il sito ora spiega più chiaramente i propri metodi (come mostrato nell’immagine qui sotto) e pubblica i propri resoconti finanziari.


A giugno 2011, diciotto mesi dopo la mia indagine iniziale, Ecosia aveva raccolto 250.000 euro, di cui l’80% è andato a un progetto di tutela della foresta pluviale brasiliana, secondo il Guardian.

Nel 2013 Ecosia è stata citata da Scientific American, che ha segnalato che l’organizzazione ha finanziato la posa di oltre 116.000 piantine.

Nel 2015 Ecosia è stata nominata fra le migliori startup europee per il miglioramento dell’ambiente per gli European Tech Startup Awards (fonte: Techcrunch).

Secondo le dichiarazioni di Ecosia, al 29 giugno 2017 l’organizzazione ha finanziato la posa di 10 milioni di alberi, che sono diventati 15 milioni il 16 ottobre 2017.

In altre parole, la trasparenza, la longevità e i risultati conseguiti permettono di essere ragionevolmente tranquilli sull’efficacia e l’autenticità dell’iniziativa Ecosia.


2018/11/18


Su CleanTechnica.com c’è un’intervista a Tim Schumacher, uno degli investitori di Ecosia, che fa il punto sugli sviluppi dell’iniziativa.

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