L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2009/05/04.
Ieri notte sono andato con famiglia e amici all'osservatorio del Monte Generoso, a 1700 metri di altitudine, vicino a Lugano: uno dei pochissimi luoghi dove chiunque può accostare l'occhio all'oculare di un telescopio dotato di uno specchio da 61 centimetri di diametro e spalancare una finestra sull'universo.
Non troverete qui foto della Luna di ieri notte, nitidissima e quasi tridimensionale nella sua maestosità, scolpita dalle ombre che la trasformano da disco nel cielo in oggetto solido, concreto, con valli e montagne, crateri colossali e picchi spettacolari; né troverete immagini di Saturno, perla impossibile tagliata in due dagli anelli e attorniata dai suoi satelliti come un collier irreale.
Perché l'astronomia ottica va vissuta: nessuna foto rende giustizia alla visione diretta. Nessuna immagine trasmette l'emozione intensissima di guardare il cielo in tempo reale, con i propri occhi, mediati soltanto da uno strumento meccanico, senza gadget elettronici di mezzo (a parte la motorizzazione), e vedere che quei puntini luminosi troppo spesso nascosti dal bagliore insensato delle nostre città sono oggetti solidi, sferici, animati e mutevoli. E pensare che quattrocento anni fa Galileo fece la stessa cosa con stupore ancora più grande, scoprendo come Neo in Matrix che l'universo non era affatto come lo si pensava e che tutto quello che gli avevano raccontato era una balla. E cambiò la Storia.
Ecco qualche foto ottenuta tirando per il collo la mia fedele fotocamera tascabile e usando tempi di posa lunghi per fotografare usando soltanto le luci naturali, il chiarore del tramonto e della Luna (tranne in un caso) e lottando contro il vento fortissimo che faceva tremare la fotocamera. Abbiate pietà.
Le informazioni sulle prossime occasioni di visita all'osservatorio sono, insieme al calendario degli altri eventi astronomici locali, sul sito della Società Astronomica Ticinese qui.
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