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2009/11/13

Murdoch minaccia il ritiro da Google

Murdoch: Google deve smettere di citare i miei articoli. Google: RTFM, nonno


È strano vedere quali notizie informatiche “bucano” la barriera d'attenzione dei media generalisti e ne vengono pubblicati e quali no: mostrano due visioni totalmente differenti del mondo digitale.

Per esempio, tutte le principali testate generaliste hanno annunciato la notizia che Rupert Murdoch ha protestato perché Google pubblica nei risultati delle proprie ricerche anche i brani pertinenti degli articoli del Sun, del Wall Street Journal, del Times e dei tanti altri giornali di proprietà della società News Corporation di Murdoch. Il magnate dei media australiano dice di voler quindi trovare la maniera di vietare a Google di farlo, e poi rendere accessibili soltanto a pagamento le proprie testate online.

Le dichiarazioni di Murdoch provengono da un'intervista per Sky News Australia, disponibile in video su Youtube (che, ironicamente, è di proprietà di Google).

Ma mentre i media che non si occupano in modo specialistico di Internet strillano la notizia (BBC, Repubblica, Corriere), da quelli informatici si leva uno sbadiglio collettivo. A parte il suicidio mediatico di una scelta come quella minacciata da Murdoch (oggi non essere su Google è come non esistere) e la domanda spontanea su quanti siano realmente disposti a pagare per le notizie online quando ci sono altre testate che le offrono gratis, c'è infatti un fatterello tecnico che si chiama robots.txt.

Se Murdoch non vuole che Google indicizzi i suoi siti, non deve far altro che impostare sul server un file robots.txt di due righe, come spiegato per esempio su Robotstxt.org. Una tecnica utile per chiunque voglia creare un sito che deve restare nell'ombra per qualunque ragione.

Infatti Google ha prontamente risposto con un educatissimo equivalente dell'RTFM (“read the f***ing manual”, ossia “leggiti il f****to manuale”): esistono dei “semplici standard tecnici” da usare. “Gli editori mettono i propri contenuti sul Web perché vogliono che vengano trovati, per cui sono pochi quelli che scelgono di non includere il proprio materiale in Google News e nelle ricerche nel Web. Ma se ci dicono di non includerlo, non lo includiamo... Se gli editori vogliono che i loro contenuti siano rimossi specificamente da Google News, devono soltanto dircelo”.

Sembrano esserci solo due spiegazioni al gesto di Murdoch: o è completamente sconnesso dalla realtà delle dinamiche della Rete e pensa ancora di poter fare il bello e il cattivo tempo, oppure è tutto un bluff per farsi pubblicità o per chiedere soldi a Google accusandola di rubare contenuti. Google ha risposto al bluff invitando Murdoch a passare all'azione, se fa sul serio. Media vecchi contro media nuovi: adesso sì che la notizia diventa interessante.

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