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2009/11/20

Prime immagini dell’OS di Google

Google Chrome OS, molto rumore per poco, ma non per nulla


L'articolo è stato corretto dopo la pubblicazione iniziale.

C'era moltissima attesa per l'annunciata presentazione (o pre-presentazione, webcast qui) di Google Chrome OS, il sistema operativo di Google. Molti hanno pensato che si trattasse di una mossa del colosso delle ricerche in Rete per scalzare il sostanziale monopolio di Microsoft nel settore dei sistemi operativi per personal computer, ma quello che è emerso dal suo debutto è tutt'altro.

Google Chrome OS è open source e basato su Linux (Debian), come previsto, ma non si può installare al posto di Windows, Linux o Mac OS X su qualunque PC: funziona soltanto sugli apparecchi benedetti da Google (o in una macchina virtuale di VMWare, scaricabile come descritto su Lifehacker.com), che per ora non esistono ma saranno sostanzialmente dei netbook e dei telefonini (gira su processori x86 e ARM). Il lancio vero e proprio di Chrome OS avverrà infatti a fine 2010: oggi viene presentata solo un'anteprima (insieme alla versione di sviluppo, chiamata Chromium) per rompere il ghiaccio.

E di ghiaccio da rompere ce n'è parecchio. Chrome OS non supporta i dischi rigidi, per esempio, ma soltanto quelli a stato solido; è Linux, ma non ha applicazioni tradizionali da installare; tutto avviene dentro il browser (che naturalmente è il browser di Google, ossia Chrome); niente dati locali o quasi, perché tutto risiede sulla Rete.

Come racconta molto informalmente il video esplicativo di Google, Chrome OS è un sistema operativo il cui unico scopo è avviarsi il più velocemente possibile per permettere all'utente di fare la cosa che ormai fa più di ogni altra al computer: accedere a Internet: nella demo, il boot e il caricamento del browser richiedono in tutto soltanto sette secondi. Il computer diventa sostanzialmente un terminale con qualche ornamento in più. Le applicazioni risiedono nel browser e usano l'HTML5 per essere più potenti e versatili delle applicazioni via Web attuali. Non c'è un menu Start o un Dock: tutta l'interazione avviene tramite le schede del browser, compresa la configurazione. La mail si consulta tramite Gmail, i documenti si editano tramite Google Docs, e così via.

Google Chrome OS non è dunque la rivoluzione immediata per il PC che molti si aspettavano, ma è comunque una sfida a lungo termine per Microsoft, Apple e il mondo Linux, perché rende sostanzialmente irrilevante il sistema operativo per la maggior parte delle applicazioni che non richiedano la gestione di grandi quantità di dati (editing audio e video, per esempio). Tutto questo ricorda molto la vicenda di Netscape, che doveva rendere irrilevante il sistema operativo alcuni anni fa. Sappiamo com'è andata, e c'è sempre la questione di fondo: ci fidiamo ad affidare tutto, ma proprio tutto, compresi i nostri dati, le nostre foto, le nostre mail, a Google?

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