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2009/12/11

Facebook, privacy da riconfigurare

Facebook semplifica la privacy mettendo tutto in piazza


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Da un paio di giorni i 350 milioni di utenti di Facebook s'imbattono in un messaggio, come quello qui accanto, che li avvisa che il popolare social network sta effettuando delle modifiche per dare loro maggiore controllo sulla diffusione delle informazioni personali. Non si tratta di un tranello da parte di un virus: è una modifica autentica di Facebook, annunciata da Mark Zuckerberg in persona il 2 dicembre scorso.

Se l'utente segue le istruzioni proposte dal messaggio, le impostazioni di privacy vengono semplificate: spariscono i "network regionali" e restano quattro opzioni di base per la visibilità delle informazioni, che diventano accessibili agli amici, agli amici di amici, a tutti o a chi soddisfa un criterio personalizzato.

La privacy diventa inoltre regolabile secondo queste opzioni per ogni singolo elemento pubblicato. Per esempio, con il nuovo Facebook è possibile scegliere facilmente, tramite un menu, che una singola foto sia visibile soltanto agli amici o che un aggiornamento del proprio stato sia consultabile soltanto dai propri colleghi.

Il problema è che le sfumature di cosa è pubblico e cosa non lo è rimangono comunque complesse a livelli da burocratese hardcore. Faccio un esempio, tratto dalle spiegazioni ufficiali del blog di Facebook a proposito della richiesta ricorrente di rendere meno visibile la lista degli amici: "Dopo che avrete completato la transizione alle nuove impostazioni di privacy, potrete cliccare sull'icona a forma di matita nell'angolo superiore destro del riquadro 'Amici' nel vostro profilo. Disattivando "Mostra i miei amici nel mio profilo", la vostra lista di amici non comparirà nel vostro profilo quando verrà visualizzata da persone che hanno fatto login su Facebook. Tenete presente, tuttavia, che siccome la Lista di Amici è pubblicamente disponibile, sarà visibile alle persone che guardano il vostro profilo senza aver effettuato il login." Allora, posso rendere privata la mia lista di amici o no?

Cosa ancora più importante, tanto da suscitare la preoccupazione di guardiani della privacy come la Electronic Frontier Foundation, le impostazioni predefinite del restyling di Facebook fanno diventare visibili a tutti ogni contenuto, anche se l'impostazione preesistente era di mantenere tutto privato:



Il consiglio è quindi di non accettare i valori preimpostati, ma di selezionare un livello generale predefinito di privacy il più possibile restrittivo e poi "liberare" di volta in volta manualmente i singoli contenuti che desiderate condividere più ampiamente, leggendo attentamente le FAQ in italiano.

Facebook, insomma, spinge gli utenti a condividere pubblicamente più informazioni che in passato. La ragione è semplice: soldi. Facebook non è un ente di beneficenza, e se i suoi contenuti sono accessibili soltanto a gruppi ristretti di utenti anziché a tutti, non sono accessibili ai motori di ricerca e quindi non sono monetizzabili. La concorrenza di Twitter, dove le impostazioni di privacy sono semplicissime (tutto è pubblico) e i contenuti sono indicizzabili da Google e soci e quindi trasformabili in flussi di denaro, si fa sentire.

Come ciliegina sulla torta, segnala sempre la EFF, le applicazioni ora hanno molto più accesso di prima ai dati degli utenti: nel nuovo Facebook, la lista di amici, il vostro nome, l'immagine del profilo, la città attuale, il sesso, i network e le pagine di cui siete fan diventano "informazioni pubblicamente disponibili" alle applicazioni, che possono quindi raccattarle e compilarle per ogni sorta di attività di profilazione, ricerca o pubblicità.

Attenzione, quindi, alle nuove regole, per evitare imbarazzi rendendo pubblico quello che pensavate fosse privato.


19:00


Facebook pare abbia fatto oggi un parziale dietrofront sulla visibilità della lista di amici, secondo The Register. Anche perché i dati personali del boss del social network, Mark Zuckerberg, sono diventati pubblici, come segnalato da Gawker.

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