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2009/12/04

Twitter diventa commerciale?

Trovata la maniera di far fare soldi a Twitter. Spammando gli utenti


È sulla bocca di tutti, è il social network minimalista del momento, tanto da essere usato come tema per un servizio fotografico su Vogue Italia, ma Twitter ha un problema: come fare soldi.

Proprio il suo minimalismo (140 caratteri, niente grafica, eccetto quella separata di Twitpic e simili) gli impedisce di includere la forma tradizionale di sostentamento economico dei servizi offerti gratuitamente via Internet: i banner pubblicitari.

Così a qualcuno, in particolare alla società californiana Ad.ly, è venuta un'idea: pagare gli utenti di Twitter che hanno molto seguito per pubblicare delle twitterate o tweet (i messaggi o post di Twitter) che parlino di un prodotto.

Cnn segnala che un utente Twitter può ricevere anche compensi a quattro zeri in dollari per un singolo messaggio pubblicitario, e nel giro di soldi potrebbe entrare anche il social network stesso. Un esperimento di questo tipo è stato condotto recentemente per reclamizzare un programma televisivo della NBC tramite Drew Pinsky, un twitteratore che ha un milione e mezzo di seguaci. La Ad.ly ha già reclutato otto dei circa cinquanta twitteratori con più di un milione di lettori per conto di marche come Universal, Dell, Maserati, Hilton Hotels e altre.

Ogni twitterata pubblicitaria è identificata come tale da una dicitura altrettanto minimalista (Ad by Ad.ly), ma l'idea di fondo è comunque che il twitteratore svende ai pubblicitari i propri utenti, che erano diventati suoi seguaci per tutt'altri motivi e soprattutto per il contatto diretto, genuino, non mediato con i suoi pensieri che Twitter offre (o almeno sembra offrire). Trovare che la propria star preferita o la propria beniamina dispensa spot invece di pensieri genuini e perle di saggezza compressa in 140 caratteri potrebbe comportare delusione e disaffezione.

Occhio, quindi, ai consigli e alle segnalazioni di prodotti ed eventi che trovate su Twitter: Ad.ly ha la correttezza di segnalare che si tratta di spot a pagamento, ma altri potrebbero non essere altrettanto trasparenti.

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