C'è ancora bisogno delle case editrici?
Oggi ho completato un esperimento durato parecchi mesi: scrivere e pubblicare un libro senza ricorrere a una casa editrice. Non che io abbia qualcosa contro le case editrici in quanto tali, per carità. Hanno un ruolo fondamentale nel distribuire i libri e far conoscere i loro autori.
Però mi hanno sfiancato i loro tempi tecnici lunghissimi, le sofferte reimpaginazioni malfatte, le revisioni arbitrarie (non dimenticherò mai la mia citazione di Neuromancer che divenne New Romancer, manco avessi scritto un libro sulla musica anni 80) e le modifiche scriteriate dettate dall'ufficio marketing. E' (anche) per questo che non pubblico più libri da tempo.
Così ho cercato una soluzione che mi permettesse di riprendere il controllo completo del processo di produzione, dall'impaginazione (fattibile anche con OpenOffice.org) alla grafica alla tiratura alla scelta del formato, e di evitare che altri mettessero mano al mio testo senza chiedermelo. Non che io sia infallibile, ma visto che il nome in copertina è il mio, se ci devono essere errori, che siano almeno colpa mia. Ho cercato anche una soluzione rapida, adatta ai tempi di oggi, del tipo "io ti mando il PDF e tu entro una settimana mi mandi il libro stampato".
Dopo aver esaminato vari siti di editoria istantanea o self-publishing, fra cui il popolare Lulu.com, ho scelto Ilmiolibro.it, presso il quale ho messo in vendita (a prezzo di costo, 9,30 euro) Zerobubbole Pocket, il libro che ho scritto con il Gruppo Undicisettembre per segnalare gli oltre 110 errori del video Zero di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi: quello che sostiene una contraddittoria miscela di teorie di complotto intorno agli attentati dell'11 settembre 2001.
Mi serviva un testo pronto, non troppo lungo, con un po' d'immagini e di formattazione complessa, e avevo pronto quello, così l'ho reimpaginato per il formato pocket, ho generato il PDF, e in un battibaleno ho ottenuto il libro: un oggetto tangibile, a colori e in un pratico formato tascabile, che si può ordinare online e arriva per posta comodamente a casa. Dopo tanti PDF e blog, la sensazione tattile di vedersi fra le mani il frutto delle proprie fatiche letterarie diventa straordinariamente appagante. O forse sono io che sono feticista.
Il testo del libro è comunque disponibile in formato PDF gratuito, con licenza Creative Commons, per chi preferisce risparmiare e rinunciare alla comodità e al piacere di sfogliare la carta o vuole effettuare ricerche nel testo, ed è sfogliabile direttamente qui sotto grazie a Scribd.
Se l'esperimento piacerà a voi quanto è piaciuto a me, riprenderò a scrivere e pubblicare libri sui vari argomenti che ho seguito in questi anni: dai diritti digitali all'obsolescenza dei formati alle nuove tecniche di giornalismo online alle bufale grandi e piccole. I prossimi progetti, già in cantiere, riguardano lo sbarco sulla Luna e le famigerate "scie chimiche". Fatemi sapere.
Di Zerobubbole Pocket esiste anche una traduzione francese, Zéro Pointé, liberamente scaricabile e realizzata dai colleghi Jérôme Quirant e Rudy Reichstadt dei siti francesi di debunking Conspiracywatch.info e Bastison.net, dato che il video di Chiesa e Fracassi è stato presentato anche in Francia.
Self-publishing all'atto pratico
Iscriversi a Ilmiolibro.it è gratuito. Si crea un account e si caricano i propri testi (come PDF, se volete il controllo totale dell'impaginazione, o in altri formati, compreso Word). La copertina va caricata separatamente come immagine grafica, se ne volete una personalizzata; altrimenti potete scegliere dai modelli predefiniti offerti dal sito. Si possono scegliere vari formati, immagini a colori o in bianco e nero, e copertine rigide o morbide. Soprattutto, trattandosi di un servizio di stampa, non c'è alcuna cessione di diritti: quello che scrivete resta vostro, e vi limitate a dare a Ilmiolibro.it il permesso di stampare e vendere il vostro testo.
Vendere, appunto: bisogna quindi dare le coordinate bancarie del conto sul quale si vogliono ricevere i guadagni delle (eventuali) vendite. Potete scegliere un prezzo a piacere, purché sia pari o superiore al prezzo minimo di produzione definito dal sito. Un libro pocket di 88 pagine con illustrazioni a colori, come ho scelto io, viene a costare appunto 9,26 euro (che ho portato a 9,30 per far cifra tonda) oppure circa 5 euro in bianco e nero. Ilmiolibro.it offre un pratico servizio di preventivazione online automatico.
Tutto molto bello, ma i problemi ci sono. La formula d'acquisto è un po' disincentivante, perché per comperare bisogna creare un account: lo fanno molti siti, ma è ridicolo. E' come se andassi in libreria e mi chiedessero la carta d'identità per comperare un libro.
Poi c'è il costo di spedizione. Si va a peso, per cui si pagano 5,95 euro più IVA per le spedizioni fino a un chilo. Questo significa che una singola copia di un libro come Zerobubbole Pocket, spedita a casa, passa da 9,30 a circa 15 euro. E' vero che il costo di spedizione può essere spalmato su più libri, come si fa per gli acquisti presso Amazon e simili, e c'è la comodità di non dover uscire a cercare nelle librerie, ma è comunque un discreto ostacolo. Per un aspirante editore di se stesso conviene forse farsi spedire a casa un certo numero di copie e poi venderle in occasione di apparizioni pubbliche.
L'interfaccia di Ilmiolibro.it è un po' complessa e inflessibile: soprattutto non consente ripensamenti una volta che si è cliccato su "visto si stampi" (etichetta ingannevole, dato che in realtà non viene stampato nulla ma semplicemente si fissa il contenuto del libro). A differenza di Scribd, Ilmiolibro.it non consente di caricare una versione aggiornata o corretta del testo: occorre creare da capo una nuova edizione. Questo può falsare le classifiche di vendita.
Un altro aspetto curioso è che quando qualcuno effettua un acquisto, i suoi dati (nome, cognome, indirizzo e codice fiscale) vengono comunicati all'autore. Non capisco quale sia l'utilità di questa misura piuttosto invadente.
Funzionerà il self-publishing, o è solo un esercizio di vanità? Non lo so: molti servizi online sono nati come sfoghi di vanità personali e poi sono maturati diventando qualcosa di diverso. E' anche per questo che sto facendo l'esperimento. E' sicuramente un canale di comunicazione in più, che permette di raggiungere chi è refrattario ai lettori digitali di libri e in generale alla lettura online. Un libro di carta si porta in spiaggia senza problemi, un Kindle meno. E' un servizio molto comodo per piccole tirature di manualistica da realizzare in tempi stretti.
Di certo, però, non risolve il problema fondamentale di ogni autore: farsi conoscere. Ed è questo, probabilmente, il ruolo che avranno in futuro gli editori, non più consumatori di carta, ma selezionatori e promotori di talenti. A patto di sapersi adeguare ai tempi che cambiano.
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